Era una notte fredda e buia a Verona nel 1935. Le strette e tortuose vie della città medievale erano deserte, fatta eccezione per alcune figure solitarie che si trascinavano tra le ombre. Tra loro c'era anche zia Sandra, una donna di 44 anni con la mente di una bambina, scappata di casa.
La zia Sandra indossava un semplice abito bianco, che ora era sporco e sgualcito. Aveva i piedi nudi e teneva in mano una bambola di pezza. I suoi occhi brillavano di una luce infantile e il suo sorriso era innocente e disarmante.
Mentre camminava per le strade, zia Sandra incontrò una mendicante di nome Ruth, seduta in un angolo, avvolta in un mantello cencioso. Ruth guardò zia Sandra con un misto di curiosità e compassione.
"Cosa ci fai qui, ragazza?" Ruth chiese con un tono di voce dolce.
La zia Sandra guardò Ruth con un sorriso. "Sto cercando... non lo so", rispose scuotendo la testa.
Ruth sorrise. "Ti sei perso, vero?"
La zia Sandra annuì. "Sì... sì... credo di sì."
Ruth si alzò e prese zia Sandra per un braccio. "Vieni con me", disse. "Ti mostrerò un posto dove potrai dormire."
Zia Sandra seguì Ruth per le strade, portando con sé la sua bambola di pezza. Arrivarono in un piccolo vicolo, dove c'era una porta nascosta. Ruth aprì la porta e si trovò di fronte una stanza piccola e semplice, con un letto e un tavolo.
"Puoi dormire qui", disse Ruth. "È sicuro."
La zia Sandra si guardò intorno meravigliata. "Grazie", disse abbracciando Ruth.
Ruth sorrise e ricambiò l'abbraccio di zia Sandra. "Di niente, ragazza", disse. "Qui ci prendiamo cura di noi stessi."
E così zia Sandra trascorse la notte accanto a Ruth, in una piccola stanza nascosta tra le vie di Verona. Dormì profondamente, con la sua bambola di pezza accanto, mentre Ruth vegliava su di lei come un angelo custode.
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