Giuliana lasciò Napoli, in Italia, e si avventurò nell'entroterra di Pernambuco, diventando una degli italiani che abitarono il sito di Maniçoba, l'attuale città di Lagoa da Italianinha.
Ma non arrivò con gli altri immigrati, bensì molto più tardi. Nel 1939, Giuliana, all'età di 30 anni, lasciò per sempre la sua patria, l'Italia. Lasciò Napoli non appena iniziò la guerra, sbarcando a Recife.
Trascorse cinque anni lavorando in una casa di famiglia, ma fu vessata dal suo datore di lavoro e nel 1944 si dimise. Dopo aver saputo dell'esistenza di un sito nell'entroterra di Pernambuco abitato dai suoi compatrioti, vi si recò, anche con pochi soldi in tasca. Arrivò lì con la sua valigia, la sua zucca, indossando solo un vestito e a piedi nudi.
Giuliana finì per trovare lavoro in casa di Mônica, il cui figlio, Antônio Neto, era partito per combattere in guerra. Andò a vivere lì, nella fattoria, che in seguito divenne una città, e non se ne andò mai più.
Anni dopo, nel 1958, uccise il bandito Biu Ipojuca, che cercava di molestarla. Sebbene arrestata, fu assolta dal crimine e visse in pace per il resto della sua vita. Non smise mai di camminare a piedi nudi, sempre e ovunque, camminando con i piedi per terra, sentendo la terra. Anche quando migliorò la sua vita, mantenne questa semplicità. Inoltre, fu sempre conosciuta per essere molto coraggiosa e audace.
Visse ancora per molti anni, fino a quando vide nascere le sue pronipoti, come le sorelle Aline Débora e Cynthia Fernanda, la prima delle quali vive nella casa che un tempo era sua.

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